MARIA ANTONIETTA AVANZO – UNA VITA CON MILLE ORIZZONTI
Si prova una commistione di gratitudine e nostalgia quando si legge di donne che hanno sempre seguito con coraggio il loro desiderio..per dirla alla spiccia..che hanno sempre fatto ciò che hanno voluto, e Maria Antonietta Avanzo rientra a pieno titolo nel novero.
Solo gli appassionati di automobilismo fra le due guerre la conoscono, perché MAA (chiamiamola così) è stata una pilota di auto, in un periodo storico in cui alle donne non si cedeva il volante nemmeno per scherzo!
Di origini venete, nata a Contarina, in provincia di Rovigo, il 5 febbraio del 1889, in una famiglia di ricchi proprietari terrieri, produttori di granaglie, i Bellan, ha imparato a guidare da sola e ha scalato la società delle corse con grande determinazione, sfrondando a colpi di machete i pregiudizi maschilisti; a questo proposito le nipoti raccontano di una intervista che le fece Ernest Hemingway nell’estate del 1922 a Parigi per conto del Toronto Daily Star: lo scrittore le pose solo domande tecniche, relative alla macchina, pertinenti all’attività di una pilota e al momento del commiato lei gli disse: “Lei farà una grande carriera, perché è l’unico giornalista che mi ha fatto delle domande intelligenti e non mi ha chiesto che profumo uso, qual è la marca delle calze, qual è il rossetto che uso, qual è la cipria e da chi mi vesto, dove compro le scarpe, insomma le classiche domande che si fanno ad una donna”.
I più grandi piloti dell’epoca l’hanno temuta e rispettata e i record sono fioccati numerosi: prima donna al mondo a correre la Targa Florio nel ’20, la Mille Miglia nel ’28, Indianapolis nel ’22, prima donna a far parte della Scuderia Alfa Romeo e..udite udite..della Scuderia Ferrari.
Abbiamo accennato ai mille orizzonti della vita di questa donna straordinaria, e li confermiamo tutti perché MAA oltre che pilota è stata anche una indomita viaggiatrice: in odore di divorzio dal marito, Eustachio Avanzo, uomo sedentario e amante della tranquillità, una domenica prelevò i figli dal collegio, e invece che il solito gelato in Piazza San Marco, prese il treno per Parigi e dalla Francia si imbarcò per un viaggio rocambolesco attraverso il Mediterraneo, il Mar Rosso, l’Oceano Indiano e il Pacifico, per approdare, dopo tre mesi, in Australia nel 1923. Qui lavorò incessantemente per un anno al progetto di creare una fattoria, disboscando e dissodando almeno 500 acri di terreno, e la cosa le riuscì perfettamente perché Ca’ Nera (questo il nome della Farm) divenne in breve tempo molto produttiva e i suoi frutti conquistarono il mercato di Sidney.
Continuò a gareggiare in auto anche su suolo australiano, solo che vi alternò la guida del trattore, con questo simpatico commento: “da 200 km all’ora, a 20”.
Da donna indipendente ed emancipata fu amica intima di D’Annunzio, di Mascagni, di Hemingway e di Mussolini. Anche il mondo del cinema non le fu sconosciuto, anzi, si può affermare che visse dall’interno la straordinaria stagione del cinema neorealista in quanto madre dello sceneggiatore e produttore cinematografico Renzo Avanzo (marito di Uberta, sorella di Luchino) nonché zia (la sorella Elettra aveva sposato un Rossellini) di Roberto Rossellini. Quest’ultimo ereditò da lei l’amore per le macchine e lei lo amò molto, amò la sua temerarietà, molto simile alla sua.
MAA continuò a gareggiare ufficialmente fino al 1940, la sua ultima corsa fu il XIII° Gran premio della Mille Miglia a 51 anni, ma si racconta che ancora negli anni ’60 (ultrasettantenne) la si potesse vedere sfrecciare a velocità folle in viale Parioli a bordo della sua Giulietta Sprint.
“A che velocità viaggia?” le chiese una volta un vigile urbano, risposta: “Se la mia auto viaggia ai 180, a 180 vado!!”
Bibliografia:
Indomita, la straordinaria vita di Maria Antonietta Avanzo, Edizioni Luca Malin, 2013 Progetto Oblivio Machia
La mia vita a 100 km a l’ora, Maria Antonietta Avanzo, Istituto Editoriale del Littorio, Roma 1928 (Ristampa anastatica).