Le scomparse di Claude Cahun
La storia di Claude Cahun è davvero unica e legata alle vicende storiche oltre ogni sua intenzione. Se da una parte la sua figura all’estero è stata sviscerata e rivalutata attraverso ricerche, saggi e mostre, in Italia Claude Cahun è ancora pressoché sconosciuta, nonostante siano stati pubblicati preziosi testi e si possano reperire innumerevoli risorse in rete. Ma procediamo con ordine e analizziamo gli indizi per capire cosa è successo.
Lucy Renée Mathilde Schwob (è questo il vero nome di Claude Cahun) nasce a Nantes l’8 dicembre 1894 in una famiglia alto borghese di origine ebraica. Il padre Maurice Schwob è proprietario del giornale Le Phare de la Loire, fratello di Marcel, celebre scrittore, autore delle Vies imaginaires, nonché traduttore di Oscar Wilde dall’inglese al francese.
Passa la sua infanzia prevalentemente con la nonna paterna, poiché la madre afflitta da crisi depressive è costretta in un istituto psichiatrico. Nel 1909 conosce la giovane Suzanne Malherbe e inizia la loro relazione che durerà per tutta la vita. Suzanne è inoltre figlia di Marie Rondet, la donna che il padre di Lucy sposerà in seconde nozze. Lucy e Suzanne diventano così sorellastre.
Proprio il 1909 segna l’inizio dell’attività artistica sia in campo letterario che fotografico.
Nel 1915 sceglie lo pesudonimo di Claude Cahun, mentre Suzanne, illustratrice, designer e fotografa, inizia a firmarsi come Marcel Moore. La giovane coppia si trasferisce a Parigi attorno al 1920.
Qui sviluppano intense relazioni con l’ambiente in fermento che porta Parigi ad essere una delle capitali europee centro del grande slancio e della sperimentazione culturale tra le due guerre.
La loro attività è da subito intensissima: accanto alla corposa produzione fotografica, nel 1924 Claude disegna i costumi per la protagonista del film La dame Masquée, nel 1925 conosce Henry Michaux con cui inizia una profonda e lunga amicizia, pubblica la raccolta di novelle Héroïnes in Le Mercure de France e dà il suo sostegno alla rivista omosessuale Inversions; nel 1929 con Suzanne fa parte della compagnia teatrale Le Plateau, animato da Pierre Albert-Birot. Interpreterà Elle in “Barbe Bleu”, Monsieur de la première table in “Banlieu” e Satan in “Le mystère d’Adam”.
Il 1929 è un anno di svolta per Claude e Suzanne e sono necessarie due brevi considerazioni prima di riprendere il percorso. Innanzitutto viene pubblicata per la prima volta sulla rivista Bifur una foto di Claude, un autoritratto dalla testa deformata che viene intitolata in modo paradigmatico Frontiére humaine.
Dopo questa apparizione non verranno più pubblicate altre sue foto, se non molti anni dopo la sua morte. Claude Cahun non ha mai esposto le sue fotografie e l’unica volta in cui ha partecipato a una mostra collettiva surrealista (Galerie Ratton 1936), ha portato oggetti/sculture. Il 1929 è anche l’anno di elaborazione di Aveux non avenus, il testo autobiografico illustrato dai magnifici fotomontaggi progettati e realizzati con Suzanne/Marcel.
Durante l’installazione Claude Cahun singolaremolteplice realizzata in Dislocata spazio espositivo a Vignola (MO), abbiamo avuto la possibilità di vedere i fotomontaggi ingranditi ed è evidente come l’incredibile quantità di autoritratti (o, come suggerisce per prima Tirza True Latimer, gli scatti di Suzanne Malherbe a Claude) realizzati negli anni precedenti fossero funzionali alla creazione di queste opere. Un’opera totale a più mani dunque, composta da letteratura, fotografia, illustrazione, grafia, collage. Uno dei primi esempi di libri d’artista che intende sottrarsi a qualunque definizione di genere, come la sua autrice. “Sous ce masque une autre masque. Je n‘en finirai pas de soulever tous ces visages”, scrive Claude, come a ribadire la sfida a essere racchiusa in una forma.
E ancora “Masculin? Féminin? Mais ça dépend des cas. Neutre est le seul genre qui me convienne toujours”. Se pensiamo che nell’ambiente surrealista la donna era spesso considerata come figura che doveva incarnare il ruolo di musa ispiratrice dell’artista maschio, un personaggio come Claude Cahun che compariva sulla scena rasata a zero, o con corti capelli argentati, dall’aspetto ambiguo e inafferrabile, doveva essere considerato, anche all’interno di una cerchia di artisti innovatori, come bizzarro e non del tutto conforme alle regole del gruppo.
Dal 1932 al 1937 Claude prende parte alle attività dell’Association des Écrivains et Artistes Révolutionnaires (AEAR), sottoscrive con i surrealisti le dichiarazioni “Protestez” e “Contre le fascisme mais aussi contre l’impérialisme français”, partecipa alla fondazione del movimento di intellettuali Contre-Attaque con Bataille e Breton.
Nel 1934 pubblica il pamphlet Les paris sont ouverts (tradotto in italiano per la prima volta nel marzo 2018 dalla nostra associazione Wunderkammer con il titolo di Le scommesse sono aperte), in cui si scaglia contro chi, come Aragon, mette la poesia al servizio dell’ideologia e ne fa uno strumento di propaganda anziché mezzo per risvegliare nel lettore una coscienza critica.
Nel maggio 1938, con la guerra alle porte, Claude e Suzanne si trasferiscono sull’isola di Jersey nel Canale della Manica e già nei mesi successivi sono raggiunte da Michaux e poi da Jacqueline Lamba-Breton con la figlia Aube. In questo periodo l’attività fotografica inizia a differenziarsi: la coppia continua a realizzare ritratti che ora però sono inseriti nella ricca natura che l’isola offre e la figura quasi tende a scomparire nella vegetazione. Riesce ormai difficile anche distinguere la presenza di Claude.
Il 1 luglio 1940 i tedeschi invadono Jersey. Claude e Suzanne, che conosceva bene il tedesco, scelgono una resistenza attiva. In quattro anni conducono senza pausa una fitta attività di contro-propaganda e di demoralizzazione verso le truppe d’occupazione. Producono volantini e fotomontaggi, firmati “il soldato senza nome”, che nascondono tra le pagine delle riviste naziste o infilano nelle tasche dei soldati. Una vera e propria azione politica e artistica insieme. Nel marzo del 1943 subiscono un primo interrogatorio, e il 25 luglio del 1944 Claude e Suzanne vengono arrestate dalla Gestapo e condotte nella prigione militare. La loro casa La Rocquaise è perquisita e saccheggiata, gli archivi fotografici in parte distrutti, perché ritenuti pornografici. Il 16 novembre 1944 sono condannate a morte dalla corte marziale tedesca. Nonostante la domanda di grazia sia rifiutata, beneficiano in febbraio di una sospensione dell’esecuzione in previsione di un trasferimento in Germania, ma devono attendere la capitolazione dell’8 maggio 1945 per essere liberate.
La salute di Claude è profondamente aggravata dalla dura prigionia; prova a riprendere contatto con gli amici surrealisti a Parigi, realizza ancora qualche autoritratto, e viene anche insignita della Medaglia d’argento della riconoscenza francese per gli atti di resistenza a Jersey.
Nel 1954 la sua salute peggiora ulteriormente e l’8 dicembre muore sull’isola di Jersey. Non si sa molto di come abbia condotto la sua vita Suzanne Malherbe negli anni successivi, anche se ci restano innumerevoli scatti di paesaggi e di scorci di Jersey senza alcuna presenza umana. Suzanne si toglie la vita il 19 febbraio 1972 nella piccola casa in cui si era trasferita dopo aver venduto La Rocquaise.
Devono passare altri vent’anni prima che François Leperlier pubblichi nel 1992, dopo una lunga ricerca, il primo libro dedicato a Claude Cahun. Tutte le opere salvate dalla razzia nazista erano finite dopo la morte di Suzanne in scatole dimenticate da un rigattiere, passate dalle mani di un collezionista avveduto e riunite finalmente dal Museo di Jersey nel 1995, che detiene a oggi il nucleo più consistente del fondo di fotografie, manoscritti, oggetti e ricordi di famiglia.
Claude Cahun scompare più volte, pur di sfuggire a una definizione. Prima mescola le carte e si raffigura con mille volti diversi, non viene del tutto capita dai surrealisti che la tengono a margine delle loro attività nonostante la sua piena adesione poetica e politica, poi si confonde tra la vegetazione per negare la sua appartenenza al genere umano, e infine si nasconde sfidando la morte per fare della sua arte un’azione poetica di resistenza al nazismo, e il suo ricordo si perde su un’isola del Canale della Manica.
Per quaranta anni è mancata completamente dalla ribalta mediatica che dal dopoguerra ha rilanciato le avanguardie storiche e gli artisti più singolari portandoli all’attenzione del grande pubblico. Ma di lei si era persa ogni traccia. Come accennavo all’inizio, già dagli anni novanta la diffusione della sua opera ha avuto una crescita esponenziale, e soprattutto all’estero Claude Cahun ha riconquistato a pieno il suo ruolo di artista sullo stesso livello di altri come Duchamp o Man Ray. Per prima ha avuto il coraggio di abbattere il tabu della sacralità del corpo, lo ha maneggiato, trasformato, reso materia prima per farne arte.
In Italia è ancora raro sentire parlare di lei, forse perchè non ne è mai stata realizzata una mostra monografica, progetto che negli ultimi anni l’associazione Wunderkammer ha già messo in moto e che spero si possa concretizzare molto presto. Wunderkammer vuole promuovere la conoscenza dell’opera di questa artista e per questo ha pubblicato Le scommesse sono aperte, ha già in cantiere la traduzione di Aveux non avenus, e, attraverso il sito claudecahun.org, cerca di tenere aggiornate le novità editoriali e espositive, con uno sguardo alle produzioni teatrali e cinematografiche ispirate alla sua vita e al suo intento poetico che, nella nostra contemporaneità, rappresentano più che mai un manifesto alla libertà. (Lucia Biolchini)
Lucia Biolchini è exhibition registrar indipendente e si occupa di organizzazione di mostre d’arte dal 1992. Dirige dal 2014 lo spazio Dislocata a Vignola per Wunderkammer associazione culturale, seguendone il programma espositivo e le linea editoriale. Nel 2018 ha curato l’edizione della traduzione italiana del testo di Claude Cahun “Le scommesse sono aperte”, presentata a Palazzo Grassi di Venezia in occasione della mostra “Dancing with myself”.