Maria Sibylla Merian e la metamorfosi dei bruchi in farfalle
Maria Sibylla Merian, è stata una vera scoperta. Ma quante siamo? Quante donne meravigliose e sconosciute con esistenze davvero straordinarie sono esistite? Maria Sybilla Merian è una di queste. Nata a Francoforte sul Meno nel 1647 fin da bambina viene affascinata da insetti, bruchi e farfalle: di certo non il genere di interesse che nella sua epoca si concepisse per una ragazzina prima e a una giovane donna poi. Per questo leggendo della sua vita si resta stupiti, considerando anche il pregiudizio di quei tempi, e un po’ anche dei nostri, sugli insetti, visti sempre come creature inquietanti. Ed è qui che Sybilla stupisce, poiché non solo riesce nel suo intento, studiarli e ritrarli, ma riesce a farlo regalandoci una bellezza straordinaria.
Maria Sibylla inizierà da giovanissima e non smetterà più di osservare e disegnare quelle creature, le uniche che portano colore alla sua vita. La sua vita sarà davvero avventurosa: viaggerà, dipingerà e diventerà una delle fondatrici dell’entomologia insieme all’inglese Margareth Fountaine, che attraversò tutto il mondo andando a caccia di farfalle. La vita di Maria Sibylla Merian merita di essere raccontata perché testimonia un percorso non facile di indipendenza economica e culturale, ottenuta attraverso diversi cambiamenti, o meglio, metamorfosi. Proprio come le creature che per tutta la vita ha disegnato.
I livelli di alta professionalità che Maria Sibylla raggiunse in un’attività che si colloca ai confini tra arte e scienza, lasciano a bocca aperta pensando che stiamo parlando di una donna del 1600. La sua capacità di produrre immagini che sottendono e al tempo stesso forniscono informazioni scientifiche è senza precedenti.
Maria Sibylla crebbe in una famiglia di illustratori, ricevendo la stessa formazione dei suoi fratelli nell’arte dell’incisione di tavole in rame. Si specializzò presto in tavole di fiori e di insetti, ma la sua passione erano i bruchi e le loro fasi di sviluppo in farfalle.
“E se diventi farfalla
nessuno pensa più
a ciò che è stato
quando strisciavi per terra
e non volevi le ali.”
Alda Merini
Guardando i suoi lavori non si può non pensare a quanto il cambiamento ci costi. A quanto sia necessario per ognuno di noi, e inevitabile anche. Per diventare farfalle. O come ha scritto il grande H. Hesse: Nessuno “ è mai stato interamente lui stesso, eppure ognuno cerca di diventarlo, chi sordamente, chi luminosamente, secondo le possibilità. Ognuno reca con sè, sino alla fine, residui della propria nascita, umori e gusci d’uovo di un mondo primordiale. Certuni non diventano mai uomini, rimango rane, lucertole, formiche. Taluno è uomo sopra e pesce sotto, ma ognuno è una rincorsa della natura verso l’uomo. Tutti noi abbiamo in comune le origine, le madri, tutti veniamo dallo stesso abisso; ma ognuno, tentativo e rincorsa della profondità, tende alla propria meta.
Possiamo comprenderci l’un l’altro, ma ognuno può interpretare soltanto se stesso.” E se Ovidio prima, e Kafka poi, hanno scritto della Metamorfosi due capolavori, Miriam è riuscita a disegnarli. Non è un caso, d’altronde, che il protagonista di Kafka si trasformi proprio in un insetto. Immaginiamoci di trasformarci lentamente in qualcos’altro, e trovarci intrappolate in un corpo non nostro; non solo, di trovarci in quello di un gigantesco insetto. In tutta la sua assurdità e inverosimiglianza quest’idea però rappresenterebbe pur sempre una parte di noi: rappresenterebbe una di quelle tante e innumerevoli volte in cui ci sentiamo prigioniere, ingabbiate in una situazione che sembra senza via d’uscita. Ci sentiremmo soffocare. Un po’ come si sentivano soffocare le donne nella società seicentesca (non è cambiato tantissimo in fondo). Non posso non chiedermi se questo senso di “clausura” abbia spinto Miriam a dipingere bruchi. Bruchi che si nutrivano di bellissimi fiori, bruchi che diventavano bellissime farfalle. Bellezza allo stato puro. Pensate poi che l’entomologia dell’epoca considerava separatamente i bruchi e le farfalle. Avevano classificazioni differenti e quindi non se ne coglieva appunto le metamorfosi.
Merian, invece, fece oggetto delle sue osservazioni proprio le varie fasi evolutive. Nel 1679 pubblicò “La meravigliosa metamorfosi dei bruchi e il loro singolare nutrirsi di fiori”, che con un taglio particolarmente innovativo descriveva e illustrava lo sviluppo di quasi 200 farfalle; e vi si descrivevano i fiori utilizzati per il loro nutrimento. Un libro di tavole sui bruchi, di cui fu editore suo marito, anch’egli pittore. In esso dimostrò una impostazione fortemente innovativa poiché non rappresentava i suoi soggetti in modo astratto e parcellizzato come d’uso nel XVII secolo. La sua attività, dunque, si colloca in un momento cruciale dell’entomologia. A questo punto succede una cosa sconcertante: Maria entra con la madre e le figlie in una comunità religiosa di integralisti protestanti, dove la fedeltà all’insegnamento evangelico comportava l’abbandono di ogni ricchezza e la vita in una comunità dedita alla meditazione e al distacco dalle cose del mondo: una nuova Gerusalemme insomma.
Da questo momento Maria Sibylla tronca ogni rapporto con il marito, tanto che in anni successivi si dichiarò vedova, mentre lui viveva ancora in un’altra città. In seguito lasciò la setta dei Labadisti, presso i quali aveva cambiato vita ma aveva potuto continuare i suoi studi, e, trasferitasi ad Amsterdam con le figlie, gestì in proprio la sua attività di illustratrice e artista. Lo fece così bene da riuscire a realizzare il suo sogno: andare a studiare insetti esotici nella Guiana (oggi Suriname), una colonia olandese dell’America equatoriale. Trovate quindi da sola le risorse economiche necessarie per la spedizione e ottenuto il sostegno della colonia, nell’estate del 1699 Merian raggiunse il Suriname dopo tre mesi di navigazione. Grazie alla collaborazione delle popolazioni locali, riuscì a esplorare ampie porzioni di territorio nelle diverse stagioni, raccogliendo esemplari di diversi insetti e di rettili per i propri studi. Al ritorno da ogni spedizione era solita disegnare e preparare tavole con le riproduzioni di quanto aveva osservato e catalogato. Merian sì ammalò di febbre gialla e dopo circa due anni fu quindi costretta a tornare ad Amsterdam, dove quattro anni dopo pubblicò uno dei suoi lavori più conosciuti: la “Metamorfosi degli insetti del Suriname”. Erano gli anni in cui fiorivano i commerci attraverso l’Atlantico: zucchero, armi e schiavi erano i pilastri di un traffico intenso che cambiò la vita sulle due sponde dell’oceano. Erano luoghi pericolosi per tutti, uomini e donne, sicuramente per una donna molto di più. Ma questo non la fermò. Nelle illustrazioni degli insetti della Guinanae, Maria Sibylla Merian rappresenta una natura esuberante, ricca, anche pericolosa. Conserva e rafforza la visione del mondo fortemente originale e innovativa, che aveva già espresso nelle sue opere precedenti: una visione unitaria e dinamica.
La studiosa coglie l’evoluzione, la metamorfosi, appunto, di una natura che non necessita di fissità e astrazione per poter essere colta dallo sguardo della scienza.
https://www.youtube.com/watch?v=8EPNeSa1hP0
Oggi il lento incedere di un bruco e il veloce battito d’ali di una farfalla, il grigio del quotidiano e il giallo vivace dei petali dei fiori e gli occhi acuti di Maria Sibylla Merian, che osservano e riproducono una natura meravigliosa sono raccontati da Anna Paolini in un libro uscito in questi giorni. Il libro di Anna Paolini si concentra su una Maria Sibylla Merian bambina, sui suoi sogni, e sulla tenacia con cui li ha inseguiti, per mostrarci com’era e come si è tenuta stretta le sue passioni più care nonostante i pregiudizi dell’epoca.
Passeggiando per Bologna in via dell’Abbadia ho potuto ammirare alcuni poster realizzati da CHEAP in occasione della Fiera, che riproducono le tavole di MARIA SIBYLLA MERIAN. LA MAGIA DELLA CRISALIDE, realizzate appunto da Anna Paolini, illustratrice freelance di Bologna. Le tavole nel vicolo storico erano ormai sbiadite, per lo smog, la pioggia e l’esposizione al sole. Ma non avevano perso la sua magia. Della crisalide appunto. A chi ha tempo consiglio vivamente di andare a Mirabilia, una piccola libreria indipendente aperta a novembre 2017, in via de’ Carbonesi, dove le tavole di Anna sono esposte. Mirabilia sarà aperta solo fino al 13 aprile. Dico solo perché purtroppo dopo chiuderà: questa piccola e meravigliosa realtà, come tante altre piccole realtà, non è stata in grado di gareggiare con la facilità e la comodità, oltre che l’economicità dell’acquisto online. E così continuerà ad esistere solo online con una proposta di originali, stampe e artworks. Andateci prima se potete. Conoscerete la storia di una bambina fuori dal comune, Maria Sybilla, con una passione per la natura e per l’illustrazione che sarebbero passate alla storia. MARIA SIBYLLA MERIAN. LA MAGIA DELLA CRISALIDE di Anna Paolini è in libreria dal 1 aprile. Un viaggio bellissimo nella storia e nella natura. Grazie Anna.
“Se Maria Sibylla Merian avesse visto i bruchi disegnati da Anna Paolini, sarebbe rimasta a bocca aperta davanti ai colori accesi, i grigi morbidi, il tratto romantico.” – Robinson (La Repubblica)
Per capire meglio guardate questo bellissimo video con le illustrazioni di Anna su Maria Sybilla. https://www.youtube.com/watch?time_continue=60&v=CdeLvJGN8bk
FONTI:
Maria Gregorio (a cura di), La meravigliosa metamorfosi dei bruchi, Rosenberg & Sellier, 1993
Natalie Zemon Davies, Donne ai margini. Tre vite del XVII secolo, Laterza, 2001
Maria Sibylla Merian e le farfalle – Il Post- 2 aprile 2013
MARIA SIBYLLA MERIAN. LA MAGIA DELLA CRISALIDE di Anna Paolini
http://www.universitadelledonne.it/merian.htm