RACHEL CARSON (1907-1964)
USO INTENSIVO DEL DDT: “Perché una zitella senza figli si interessa tanto ai rischi di mutazione genetica?”
Rachel Carson ha davvero dato inizio a tutto! Non è stata la prima ad occuparsi di pesticidi ma è stata la prima a sollevarne la questione con una forza ed una abnegazione tali da superare la cerchia ristretta degli addetti ai lavori e raggiungere la messa in allerta dell’intera opinione pubblica.
Sarebbe stato difficile, agli inizi degli anni ’60, prevedere che l’accumulo dei pesticidi usati in modo sconsiderato, sparsi con gli aerei sui campi coltivati, impiegati nell’utilizzo domestico dalle massaie avrebbe condotto, nel lungo periodo, a conseguenze disastrose. Si era appena iniziato ad usarli, non c’era ancora stato il tempo di valutarne sperimentalmente gli effetti, gli ambientalisti lo sospettavano, certo, ma non avevano forte impatto sociale perché l’ecologia all’epoca era ancora cosa di pochi.
Rachel Carson però… lo intuisce, intuisce quali siano i rischi dell’accumulo dei veleni nel terreno, nelle faglie, nel cibo e quindi nella catena alimentare, persino nel corpo all’interno dei tessuti adiposi, e il suo libro Primavera Silenziosa rappresenta una grande opera visionaria in questa direzione perché, attraverso il riscontro di un declino della popolazione degli uccelli (da qui il titolo) nelle zone trattate con il DDT, la scienziata arriva a ipotizzare il pericolo del cancro e delle mutazioni genetiche. È un libro molto coraggioso, che l’autrice ha fortemente voluto, nonostante le minacce delle industrie chimiche all’editore.
Nata nel 1907 da una famiglia molto povera, si laurea in biologia e sogna di fare la scienziata ma deve ben presto abbandonare ogni progetto e trovare un lavoro per mantenere l’intera famiglia, a causa della morte prematura del padre: trova impiego in un ufficio governativo che si occupa di pesca e vita marina, di giorno lavora, di sera accudisce la famiglia, di notte… si dedica alle sue passioni: la scienza e la scrittura. Scrive di tutto, coltivazione delle ostriche, pesca di alto mare, migrazione dei rondoni, manda articoli alle riviste specializzate, sa essere poetica e al contempo estremamente precisa e scientifica. Nel 1951 il suo libro Il mare intorno a noi vince il National Book Award, viene tradotto in trentadue lingue e proclamato libro dell’anno.
Nel 1953 compra un terreno nel Maine e vi costruisce un cottage, vi si trasferisce da giugno a settembre e lo considera il suo paradiso personale, fa passeggiate sulla spiaggia, raccoglie materiale, studia e si innamora di una donna più anziana, Dorothy Freeman, che trascorre le vacanze insieme al marito in un cottage nelle vicinanze. La loro storia d’amore non può che restare segreta, ma non per questo è meno importante, si scrivono migliaia di lettere, Dorothy è un’amica, un’amante, un’ammiratrice: “qualcuno che ama me e quello che sto creando, allo stesso grado” la definisce Rachel.
Le due discutono a lungo su come preservare la bellezza selvaggia della loro costa ed è così che Rachel inizia a seguire i movimenti ambientalisti e viene a conoscenza dell’allarme che gli specialisti lanciano per i programmi di uso intensivo dei pesticidi. Per capire quanto l’uso del DDT si è in quei decenni diffuso, la sua utilità considerata indiscutibile, e la sua pericolosità sull’essere umano ritenuta inesistente, vengono alla memoria le tantissime foto d’epoca in cui il DDT viene direttamente spruzzato sui corpi di bambini e adulti. A guardarle oggi quelle foto fa un certo effetto…
Quando un’ambientalista di Long Island, scandalizzata per come è ridotto il suo orto, denuncia il governo, Rachel decide che è arrivato il momento di mettere la sua notorietà al servizio della causa ecologista. Gli ultimi tre anni della sua vita sono dedicati a questa battaglia, si getta nello studio forsennato della materia, raccoglie dati, consulta la sua rete di amici scienziati, visita centri di ricerca medici per valutare i rischi cancerogeni del DDT, ogni informazione deve essere verificata perché all’uscita del libro le industrie chimiche non avranno pietà.
E così sarà: siamo nel 1963, Primavera silenziosa scuote l’America intera, le foto di Rachel sono su tutti i giornali, la lobby chimica l’ha attaccata con articoli e vignette feroci, fra cui quella che ha dato il titolo a questo articolo: ”Perché una zitella senza figli si interessa tanto ai rischi di mutazione genetica?”. Ma Rachel ha fatto ben di più, ha richiesto un’audizione davanti al comitato di Senatori incaricato di indagare sui pesticidi, è il 4 giugno 1963, è ammalata di cancro ma nessuno deve saperlo per non offrire il fianco ai detrattori, nella stanza 102 del Palazzo del Congresso la stanno aspettando, viene accolta con questa frase: “Benvenuta, lei è la donna che ha messo in moto tutto questo”. L’audizione dura quaranta minuti, la scienziata parla a voce bassa tenendo fra le mani i foglietti con gli appunti. Ha cinquantasei anni e sta morendo di cancro… ma il viaggio a Washington lo deve ai suoi lettori.
Muore il 14 aprile del 1964, l’ultima lettera è per Dorothy: “Mi aiuterai a trovare una grotta fatata in una luna in agosto e una bassa, bassa marea? Vorrei provarci ancora una volta, perché i ricordi sono preziosi”. (P.M.)